“Parete Nord”
“La fiducia in se stessi è la qualità più preziosa che un uomo può possedere, ma non è un dono gratuito. Meno di tutti la possiedono i presuntuosi. Per conquistarla, infatti, bisogna aver imparato a conoscersi in condizioni estreme, in quei momenti della vita in cui è possibile gettare uno sguardo “dall’altra aprte”“. (H. Harrer p.12)
La parete Nord dell’Eiger (che in tedesco significa “orco”) nell’Oberland bernese, era definita negli anni Trenta come l’ultimo problema delle Alpi, perché nessuno era ancora riuscito a salire sulla vetta. L’autore faceva parte della cordata guidata da Andreas Heckmair che nel luglio del 1938 ha conquistato la cima.
Il testo ripercorre la tragica e affascinante storia di questa montagna, iniziando proprio in quegli anni, durante il regime nazista, quando l’alpinista era considerato un eroe e la corsa alla vetta per la Nazione l’unico obiettivo da raggiungere. Su quella parete si incontreranno uomini veri che di fronte alle difficoltà e alla morte sapranno unire le loro forze, a dispetto del nazionalismo imperante.
Mi ha particolarmente colpita la storia del giovane Toni Kurz, figura che ho poi cercato in altri libri. Più che la sua vita, mi ha scioccata la sua morte. Forse perché avevo appena iniziato ad approfondire l’argomento o forse perché la sua morte è una delle più assurde di cui abbia mai letto o sentito. La pellicola del 2008, “North Face“ è un omaggio a questo giovane uomo e ai suoi compagni, un pò romanzata forse, ma ben fatta.
Heinrich Harrer, “Parete Nord“, ed. Mondadori