Tommy

Monte Charvatton ,Terrisse (Pontboset, AO).
Esposizione: Sud-Ovest
Numero tiri: 14
Difficoltà: 6b/A0 (5b obbl.)

Il mio nome, Luisa, è di origine germanica e di tradizione franca e significa “gloriosa in battaglia“. Così vorrei sentirmi sempre. Così vorrei alzarmi tutte le mattine: pronta a vivere, sicura di me stessa. Succede, a volte, che per quanto ci si convinca di essere al massimo delle proprie forze e l’entusiasmo amplifichi questo stato, non si riesca a dare il meglio di sè o peggio ancora, si entri in un vortice di pessimismo cosmico al primo e prematuro avviso di stanchezza: oggi il tuo corpo ti chiede una tregua e la tua mente vuole contemplare il cielo azzurro senza dover pensare a dove poggiare mani e piedi su una parete verticale a 200 mt di altezza. Lo so, ma ho talmente così poco tempo per essere qui, che non posso dire di no, non ci riesco.

Provare certe emozioni crea dipendenza, ma anche una bimba di 18 mesi che ti chiama 18 volte per notte lascia segni tangibili durante la giornata, soprattutto dopo un anno e mezzo che non dormi le tue 8 ore filate.

Giornata d’eccezione: finalmente io e Robi (il papà del Piccolo Mostro) riusciamo a ritagliarci del tempo insieme. Di solito il venerdì sera la frase di chi condivide una passione e la comprende è: “Ok, domani vai tu e io tengo la bimba e domenica vediamo”. Con noi c’è Chateaux, il socio di Robi, la sua indivisibile metà alpinistica. Quando sono con loro a volte mi sento una perfetta estranea, tale è la complicità tra i due, tanti gli anni che affrontano insieme l’avventura e vivono l’amicizia. Dunque, sarebbe corretto scrivere: sono andata a scalare con Robi e Francesco.

Ho compreso che non era cosa salendo il primo tiro da prima. WOW! 5c. Che emozione…Mi sembrava troppo facile. Ho visto che gli spit erano un pò distanti l’uno dall’altro perché la prima parte sembrava piuttosto semplice, ma forse non così lontani… Mi guardo indietro e sono a 20 mt dall’ultima assicurazione. “Se volo, alla meglio, mi faccio molto male.” e ho sentito un leggero tremolio alla gamba destra in appoggio su una tacca perfetta di gneiss. Il primo spit utile era proprio alla mia destra, sulla logica via che dovevo seguire. Non ce la facevo a prenderlo. Il rischio di scivolare, ad una prima e preoccupante valutazione, era troppo alto. Dovevo disarrampicare…

In queste situazioni devi respirare e agire con molta calma, ma non fermarti e pensare troppo, altrimenti il cervello va in loop e le gambe si inchiodano alla roccia come tasselli di un chiodo a pressione. Ho raggiunto lo spit necessario alla mia sicurezza e sono ripartita. “Molla tuttoooooo!” ho gridato. “Mollo anch’io. Per oggi la giornata è finita.” ho sussurrato. Mi è venuto un gran mal di testa e un vuoto nell’animo.

Dopo quasi 300 mt e qualche imprecazione di troppo, mi sono fatta cogliere dallo sfinimento e da brutti pensieri. Ho alzato fettuccia bianca. Bè, Robi è stato grandioso. Un tiro gradato 6b in alcune relazioni, 6c in altre: placca strapiombante con una fessura svasa  come unico appiglio. La spittatura ha permesso di fare un perfetto artificiale. Chateaux mi ha seguita nei miei primi passi su una scaletta. E’ stato divertente!

La via vale davvero la pena tentarla, anche fermandosi al nono tiro. 500 mt di sviluppo di arrampicata non sono pochi, meglio essere in due.

Qui potete trovare la descrizione dettagliata dei tiri:

    • gulliver: Tommy
    • “Mani Nude 2″ di Bal M. Raspo P ed. Martini Multimedia

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