Tra Vento e Vertigine
“People always ask, “why do you climb?” I’m always asking the same thing. The short answer is, “Because I love it.” But there’s so much more… connecting deeply with friends and with the natural world, challenging my notions of what’s possible, living life as intensely and as simply as I can.” (S. Davis)
Lei è la mia preferita. Forse perché la prima volta che sono entrata in libreria (la Libreria della Montagna) decisa a leggere qualcosa di cui non sapevo nulla, mi è saltata all’occhio questa copertina: “Tra Vento e Vertigine” con una ragazza infilata in un fessura nel delicato momento di piazzare un friend. Per un attimo ho desiderato essere al suo posto, in quella foto. E’ una donna, come me, e l’ho acquistato. I “classici” li lascio per la prossima volta.
Ricordo che lo leggevo ovunque, anche in macchina, in mezzo al traffico. Lo lasciavo sul sedile del passeggero. A giorni alterni, in tangenziale trovi un incidente o dei lavori in corso. Quindi, appena i freni della macchina di fronte a me si accendevano, lo aprivo e leggevo un paragrafo: il granito di El Capitan nel parco dello Yosemite, le fessure di arenaria rossa nello Utah, la Patagonia, il Pakistan…
Steph Davis, “Tra vento e vertigine”, ed. Versante Sud, collana I Rampicanti
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