Il gioco delle perle di granito

Attacco della via

Attacco della via

Il gioco dell perle di granito (Rocca Sbarua, Dairino – San Pietro Val Lemina, TO).
Esposizione: Sud
Difficoltà: 6a
Numero tiri: 5 (100 mt)

Torno a scalare dopo una breve pausa introspettiva e ritrovo l’entusiasmo di Luisa nel vivere le sue passioni. Non posso essere diversa da così.

L’inverno ci sta regalando giornate miti. La Sbarua è splendida in qualsiasi stagione. Oggi siamo un bel gruppo.  Tre cordate ed Elisa appena tornata dalla Patagonia che non ne vuole sapere di alzare i piedi da terra e si gode la giornata per sentieri. Il mio Alpinista Azzurro mi lascia libera di esprimermi e mentre lui fa cordata con Chateaux e Claudio, io chiudo il moschettone del secchiello per far sicura a Davide. Riccardo, il Centauro e Piera si dirigono alla base di “Prenota la Polenta”.

L1: 5. Parte Davide su una crestina ben manigliata e poi placca facile fino in sosta. Mi chiedo se l’apritore della via avesse appena finito di leggere il capolavoro di Hermann Hesse. I miei piedi affondano su un soffice tappeto di foglie. Penso se fossero proprio le mie scarpette le coordinate vicine alla leggendaria tana della vipera. Spero che non scambi il tiepido sole della giornata con l’inizio della Primavera.

L2: 4+ (scrivono su gulliver.it si possa concatenare al primo). Sono arrugginita. Un mese senza arrampicare e il corpo non risponde correttamente ai comandi. “E’ tutto nella tua testa!” penso. La via prosegue sulla destra. Nonostante il tiro sia semplice, la via è sempre ben spittata. Arrivata in sosta sono felice. Il tepore del sole scioglie le tensioni della settimana appena passata. Un vecchio chiodo e un grosso anello arrugginiti raccontano la storia di qualche passaggio (non credo della via visto che è del 2004!). Li collego con una fettuccia ad uno spit lucente e recupero Davide.

L3: 5. Riparte Dave su placca e crestine da pinzare con le mani. La cordata da due è perfetta. Noi non siamo velocissimi ma ci divertiamo. Siamo alla pari e la fiducia nel compagno di cordata ti dà quella riserva di serenità e di coraggio per affrontare un eventuale passo più difficile.

L4: 6a. Un diedro magnifico: dulfer e spaccate in placca. Confesso di aver “munto” un paio di spit. Tornerò. Robi è già in sosta con Chateaux e Claudio. Il suo ruolo di motivatore è fondamentale. La roccia è maginifica e le Miura dovrebbero incastarsi perfettamente nei suoi cristalli ma la fiducia in me stessa vacilla ancora. “E’ tutto nella tua testa”. Gli spit sono davvero vicini. Certo, annulleranno anche l’incognita della riuscita dell’impresa a detta dei più arditi filosofi della scalata, ma aiutano me a osare il passaggio ed affinare la tecnica senza uccidermi. Arrivo in sosta con un pile al posto della lingua. Sono felice.

L5: 5+. Davide recupera all’uscita del diedro e riparte. Breve tratto in dulfer pura e via in verticale, sempre ben manigliata. Chateaux sta preparando le doppie e vedo che a Robi non basta. I ragazzi chiuderanno la giornata con Luna Rossa (6b). Io amo questo posto. La Sbarua non delude mai.

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