Bucce d’arancia… e non è cellulite!
Bucce d’arancia (Corma di Machaby, “Paretone” – Arnad, TO).
Esposizione: Sud
Difficoltà: 5c/6a (5c obbl.)
Numero tiri: 9 (280 mt)
“I can hear the birds, I can see them fly, I can see the sky” (Castle in the Snow, K.)
Niente. In Sbarua ci sono tre scuole. Optiamo per il “paretone” di Arnad e scegliamo una tra le vie più facili e di battesimo: bucce d’arancia.
Al parcheggio non sembra esserci troppa gente, anche se sentiamo le prima urla dalla parete: “Mollaaaaa tuuuuuuttooooooooo!”. L’avvicinamento è davvero breve. Arriviamo alla base della parete e Dave mi guarda perplesso. All’attacco della via ci sono tre cordate che aspettano e una è appena partita. Ci ritroveremo a ridere e chiaccherare tutto il giorno con un paio di istruttori di un qualche CAI della Brianza. Gente simpatica.
L’attesa ci devasta. Ci facciamo un paio di selfie da idioti e alla frase di un istruttore verso un’allieva “cerca il facile nel difficile” scoppio a ridere per sfinimento. Mi è tornato alla mente”recupera deciso” della settimana prima come massima espressione della paura di un secondo di cordata che ancora deve alzare i piedi da terra. Rido. Sembro ubriaca.
L1 – 5c Dave attacca il primo tiro. Per carità, noi siamo scarsi ma in alcuni passaggi questo grado ci sta proprio stretto. Non male come tiro di riscaldamento soprattutto a metà tiro.
L2 – 5c Parto io. Il tiro inizia a sinistra rispetta alla sosta. Traversa un po’ e poi una splendida fessura mi porta fino in sosta, sulla destra sopra il tettino. Credo sia il tiro più bello.
L3 – 5a Traverso esposto. La roccia compatta ha un ottimo grip sulle scarpette. E’ una placca seria questa!
L4 – 4a Facile
L5 – 5b Da non sottovalutare una placca liscissima e inclinata lungo un diedro a metà tiro.
L6 – 5b Partenza con spit piuttosto alto. Per niente facile. Il tiro ha una difficoltà continua fino alla sosta. A parer mio è più 5c/6a
L7 – 5a
L8 – 4a partenza tecnica, poi tutto facile verso sinistra fino alla sosta.
L9 – 3b Si corre verso la vetta. Vedo una coppia arrivare dietro di noi. Perdo per un attimo il sorriso. Tu, quassù, manchi sempre. Mi hai accompagnata alla scoperta di qualcosa che è poi diventata una passione e ogni volta che salgo senza di te, mi sembra manchi un pezzo.
Salutiamo i nostri compagni per una giornata e scendiamo veloci lungo il sentiero breve. Si fa buio e siamo assetati e affamati. L’osteria Arcaden ci attende col suo mix perfetto di antipasti e la mitica zuppa di castagne!
Riporto anche i gradi del sito camptocamp.org che mi sembrano decisamente più appropriati, soprattutto se il 6a è il limite di chi affronta questa scalata.
Le gradazioni della guida “mani nude” sono abbastanza severe, ecco una descrizione più realistica.
L1 5c Dalle puis traversée à gauche sous un petit toit pour rejoindre une fissure évidente qui monte à R1.
L2 5c+ bella lunghezza che risale una fessura, più stretta nella parte finale. Il terzo spit si trova a destra, sotto il piccolo tetto.
L3 5+ Partenza con un traverso facile (stare bassi) di 7-8m, poi si risale fino alla sosta 4 su un terrazzino.
L4 4+ Facile
L5 5c+ Bella lunghezza lungo un diedro inclinato: rimanere nel diedro per poi saltarlo sulla destra all’altezza di una betulla, sosta su terrazzino.
L6 6a Primi 10 metri impegnativi e di forza, poi più facile con uscita verso degli arbusti sulla destra
L7 5b/c Partenza un po’ più difficile all’ombra di un ramo del resto della lunghezza che termina su un terrazzino
L8 – L9 Seguire gli spit che portano verso sinistra fino alla sosta della via a lato (Tike Saab), 25m, proseguire quindi in verticale fino alla sosta 9. da qui con tre spit si esce sulla sommità.
La relazione di gulliver corrisponde a quella sulla guida Patrick Raspo, Massimo Bal, “A Mani Nude 2”, Martini Multimedia.
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